San Francesco in Civitanova Marche Alta oggi Spazio Multimediale San
Francesco
La Chiesa di San Francesco di Civitanova Marche Alta, costruita con
il titolo di Santa Maria Maddalena, divenne in seguito chiesa di
Santa Maria e San Francesco a almeno nel suo primo impianto, si fa
risalire al XIII secolo, con rimaneggiamenti successivi operati
soprattutto alla metà del settecento, che l'hanno configurata come
oggi si può vedere e ammirare.
L'epigrafe posta all'intradosso
dell'arco maggiore indica la data 1769 per la fine dei lavori di
sopraelevazione e della realizzazione del tamburo, della cupola a
pianta ovoidale e la lanterna, con la configurazione dell'intera
aula.
A questo periodo risalgono probabilmente la cantoria lignea e
l'organo Nacchini presenti sulla controfacciata. Il ricco apparato
decorativo in stucco è attribuito all'opera di Giacchino Varlè
(Ancona 1734-1806).
Le cappelle delle famiglie Centofiorini, dei
Natinguerra e dei Frisciotti, furono realizzate prima della
trasformazione settecentesca, accorpare alla fabbrica esistente come
spazi commemorativi autonomi, adibite alla funzione di monumenti
funebri.
Il portale in pietra lavorata con arco ogivale appartenente
l primitivo impianto, denuncia già influssi rinascimentali mutuati
dalle opere lauretane dei fratelli da Maino attivi nella seconda metà
del quattrocento.
La torre campanaria risale alla seconda metà del
quattrocento ed è attribuita al veneziano Marino di Marco Cedrino.
Dopo la soppressione degli Ordini Religiosi, dall'ottocento la chiesa
di san Francesco, per difficoltà di un riuso funzionale fu
abbandonata e adibita a deposito comunale, mentre l'attiguo convento,
dall'utilizzo a caserma dei Carabinieri, diventò sede della Pretura e
delle carceri. Prima dell'attuale restauro chiari erano i segni del
lento, quanto irreversibile degrado, dovuto all'incuria del tempo e
al sisma umbro-marchigiano del 1997 con parti crollate ed altre
prossime alla rovina.
La chiesa, anche se ubicata in una zona
relativamente lontana dall'epicentro, a seguito della crisi sismica,
ha riportato danni generalizzati, localmente molto gravi, che si sono
sommati a quelli dell'incuria e del degrado esistente.
La volta della
cappella Centofiorini e la volta dell'aula, in particolare, erano
compromesse da crolli localizzati.
Parti della copertura lignea
dell'abside, avevano già subito un crollo limitato e l'evento sismico
aveva causato il crollo definitivo.
La muratura è stata compromessa
con comparsa di nuove lesioni, la lesione verticale che divideva in
due la facciata ha subito un ampliamento traumatico di molti
centimetri.
Il progetto di restauro, consolidamento e miglioramento
anti sismico è stato rivolto in particolare a interventi di
miglioramento e di sicurezza senza per questo modificare
sostanzialmente la fabbrica.
Massima attenzione è stata prestata
all'utilizzo dei materiali e dei magisteri originali. Il restauro
della chiesa di San Francesco è stato reso possibile grazie ai
finanziamenti regionali, L.R. 61/98.
L'importo dell'intera opera
ammonta a circa quattro milioni di Euro tra contributi regionali,
contributi privati, e contributi comunali.
La filosofia che ha
guidato l'intervento di restauro è stata sia la valorizzazione della
struttura monumentale, che la rivalutazione del centro storico di
Civitanova Alta, oltre che l'inserimento della chiesa, Spazio
Multimediale San Francesco, nel circuito delle attività culturali che
connotano da tempo il lavoro della Pinacoteca Comunale Marco Moretti
e tutta la Città antica che gode di un sistema museale diffuso e
organizzato che lavora all'unisono proponendo eventi di grande
spessore e richiamo.
A questo proposito va ricordata la mostra
storico-artistica-bibliografica organizzata due anni fa nello Spazio
Multimediale San Francesco, voluta nell'ambito delle celebrazioni per
i cinquecento anni della nascita di Annibal Caro, mostra che ha
contato oltre 16.000 ingressi, nel 2009 la mostra estiva dedicata al
fotografo Oliviero Toscani, e nel 2010 la mostra, dedicata all'arte
della calcografia che ha esposto in una sobria e suggestiva
ambientazione, oltre cento opere dei più affermati maestri incisori
marchigiani, rivalutando con un percorso didattico-formativo e
multimediale, quest'arte antica e poco conosciuta che ha visto, tra i
maggiori esponenti del '900, il grande Giorgio Morandi.