pinacoteca civica Marco moretti



PINACOTECA CIVICA "M. Moretti"

C.so Annibal Caro n°24
62013, Civitanova Marche Alta

 



Omaggio a Wladimiro Tulli



Wladimiro Tulli, 2002
Ci incontrammo a Battery Park
e il ponte di Verrazzano si illumiṇ
tecnica mista su tela




Wladimiro Tulli (Macerata 1922–Macerata 2003) geniale e brillante pittore, scultore e scrittore, inizia la sua attività nel 1938 con il Maestro Bruno Tano, continua con Enrico Prampolini, incontrato nel 1940, e nel 1942 con Osvaldo Licini.
Nel 1939 conosce Filippo Tommaso Marinetti, poi Giacomo Balia e Fortunato Depero, nel 1943 Gino Severini, Mario Radice, Enrico Prampolini e Ivo Pannaggi.
Dal 1938 al 1943 fa parte del Gruppo Boccioni di Macerata ed iniziano ad emergere nelle sue opere di pittura e scultura elementi di matrice surreale ed astratta. Dalla fine della guerra, affronta in termini del tutto nuovi una personalissima investigazione nel campo dell'astrazione: libertà espressiva e felicità dell'invenzione cromatica sono accompagnate da un forte e stimolante interesse materico.
Stabilisce contatti e rapporti, non soltanto personali, con le personalità artistiche più importanti dei principali movimenti astratto-concreti, astratto-spaziali, astratto-informali italiani ed europei fra i quali il MAC di Milano, il Gruppo A di Pesaro, l'Age d'Or e Forma 1 di Roma, l'Astrattismo fiorentino, l'Art Club International e la Fondazione Origine di Roma.
Dal 1949 intrattiene con Alberto Burri un fraterno rapporto di consenso e amicizia.
A partire dagli anni Cinquanta si dedica alla ceramica d'arte. Nel 1952 entra a far parte del Gruppo Numero di Firenze e partecipa a tutte le sue manifestazioni in Italia e all'estero (Firenze, Pisa, Zurigo, Napoli, Milano, Ostenda, Venezia, Roma, Damasco, Prato, Taipej, Frederikshavn, Aarus, Parigi, Genova).
Negli anni Sessanta è' attivo nel Gruppo Éclats di Parigi e nel 1962 fonda il Gruppo Levante di Macerata e compie numerosi viaggi-studio in germania, in Svezia, in Europa e realizza inconfondibili affreschi, decorazioni, plastiche murali, collage, sculture, ceramiche, libri d'artista e graffiti sia nelle Marche che in Italia, illustra libri e si dedica alla scenografia teatrale.
" … Dal 1973 la nuova stagione della ricerca pittorica di Tulli si definisce in tutta la sua ricchezza di esiti di larghissima e liberissima orchestrazione formale e cromatica, direi mettendo in gioco tutta la ricchezza di esperienze precedenti, ma con uno slancio inventivo nuovo, festoso, quasi in una passionalità immaginativa, nel gusto di creare nuovi aggregati di elementi formali, nuovi spettacoli inventivi di forme e colori … snoda il proprio racconto deputando i diversi elementi formali ad acquisire quasi ruoli di attori, differenziati e concorrenti nell'azione complessiva, nel racconto che si trama fra quegli elementi." (Enrico Crispolti).
Alla fine degli anni Ottanta l'esperienza americana accende nuove energie e fa maturare alcuni aspetti caratteristici della sua produzione precedente.
Negli anni Ottanta e Novanta fortifica ed accentua la sua esperienza astratta attraverso una ricerca lirica, serrata e profonda, ricca di assonanze surreali e venature di grande allusività e ironia.
Riprende le file per un nuovo impegno nel campo della ceramica e soprattutto della scultura, nella quale ritornano motivi giovanili, con apporti plastici di viva attualità e di grande suggestione.
Esponente del secondo futurismo, votato all'astrazione lirica e materica, la sua dinamica avventura creativa è sempre in continua tensione poetica, sempre carica di straordinaria vitalità, di curiosità, di implicita modernità.
Presente nelle più prestigiose rassegne d'arte, non soltanto in Italia, negli anni Novanta si susseguono numerose mostre personali tutte importanti e tra le quali vanno citate quelle di Roma, Vienna, Parigi.


K.A. Irsigler, "...Le ragioni e gli effetti del futurismo hanno aperto un nuovo mondo nella ricezione dell'arte. Al contrario di quanto avviene per ciò che riguarda le innovazioni formali, come esse si configurano nei diversi stili e movimenti, il futurismo si è lanciato come una macchina da guerra distruttrice nel cuore della storia dell'arte occidentale. (…) Lei, egregio signor Tulli, rimane - come tutti sappiamo - un discendente diretto di quest'epoca così avvincente. Se nella pittura vi fosse una fiaccola olimpica da trasmettere da una generazione all'altra, la starebbe tenendo in mano.(…) mi permetta di procedere ad un'annotazione: ciò che io apprezzo particolarmente della Sua produzione è la leggerezza con cui essa sa bastare a se stessa. (…) Tutte le sue opere sono segni e testimonianze del nostro tempo. Ciascuna è una dichiarazione o ancora meglio, un cosmo in sé e per sé: il Suo cromatismo acceso, è addirittura coraggioso, anche perché la maggioranza degli artisti contemporanei utilizza una tavolozza riduttiva quale segno di intellettualità finalizzato esclusivamente alla carriera."

Giorgio Cortenova, " Un itinerario di lavoro lungo, quello di Wladimiro Tulli, lungo e carico di una profonda conoscenza problematica dell'arte. Va subito dichiarata ad esempio, la sua volontà di porre di continuo in discussione gli statuti dell'arte, nel suo caso quelli del linguaggio astratto-concreto, che Tulli non chiude mai all'interno di schemi rigidi o di parametri definiti una volta per tutte, ma ai quali attende invece dialetticamente. La sua è dunque una pittura ricca di fermenti, la cui continuità è data soprattutto dalla scelta, che diventa una brillante ed efficace ostinazione, di voler declinare insieme i valori strutturali del linguaggio con quelli mentali e psichici. Voglio dire che l'avventura pittorica di Tulli s'iscrive in quella soglia in cui i "luoghi sintattici" del dipingere vanno a combaciare con quelli fantastici, e perfino onirici, della mente e della memoria".

Giuseppe Ungaretti, "Per Wladimiro Tulli", 5 aprile, 1961.

"...D'improvviso/mentre sto, al solito, per partire
mi sono posti sotto gli occhi
venti o trenta pitture di Tulli.
Non ne posso parlare a lungo,
come vorrei,
preso come sono dall'urgenza d'altri impegni.
Ma ne ho tratto
una felicità che mi rimarrà nell'animo:
per la fantasia
di continuo nuova,
per la spontaneità stupenda del colore,
per l'invenzione/non mai stanca delle libere forme.
È una cosa che non capita tutti i giorni,
né,
almeno, una volta all'anno,
è una felicità rara/potere salutare un pittore che,
come Tulli/possa davvero gloriarsi d'essere
un vero pittore."

Enrica Bruni